È in programma oggi pomeriggio il cda di Banca Carige, chiamato a rispondere alla Bce, che ha fissato target più stringenti per ridurre i crediti problematici in portafoglio. In una lettera contenente due bozze di decisione inviata all’istituto ligure, Francoforte ha chiesto di dimezzare i crediti deteriorati in tre anni, passando dagli attuali 7 miliardi di euro a 3,7 miliardi entro il 2019, e ha fornito nuovi obiettivi di coefficienti patrimoniali (Cet 1 e Total Capital Ratio) che andranno rispettati. Il timore degli investitori è che, una volta approntato il nuovo piano sugli Npl, Carige possa trovarsi distante da tali obiettivi e debba quindi predisporre nuove misure per aumentare il capitale. Secondo le ultime indiscrezioni di stampa, Carige vuole confutare le richieste della Bce che inaspriscono la proposta della banca di una cessione di Npl fino 1,8 miliardi entro il 2017 in due tranche, a un prezzo vicino al 30% del valore nominale. Ma la Bce non ritiene accettabile questo valore e chiede un nuovo piano entro il 31 gennaio 2017, che comprenda 1,5 miliardi di euro in più: la riduzione a 5,5 miliardi entro il prossimo anno, a 4,6 miliardi entro il 2018 e a 3,7 miliardi entro il 2019. Finora lo strumento individuato dalla banca ligure per massimizzare il prezzo dei crediti deteriorati, ottenendo quel 30% del valore nominale sull’esempio della Popolare di Bari, è la vendita tramite garanzie statali (Gacs). Secondo altre voci, la prima tranche degli 1,8 miliardi di Npl in vendita è stata ulteriormente aumentata a 1,1 miliardi dopo essere partita da 900 milioni ed essere salita a un miliardo. In questo modo la seconda tranche di Npl dovrebbe ridursi a 700 milioni e dovrebbe essere ceduta entro il 2017.
Italia Oggi