I piani di Valentina Visconti, nuovo country manager del sito già alla guida di Privalia Italia. Obiettivo: consegne in 7 giorni. Via mobile l’80% delle vendite
Il momento più debole nella «customer journey», ovvero le fasi dell’acquisto online di un utente «è la presa in considerazione delle spese di consegna dei prodotti. È qui che i consumatori abbandonano più spesso», dicono gli esperti di e-commerce.
Mentre il problema maggiore dei siti «resta l’ultimo miglio, la lentezza dei corrieri». Da queste due criticità comuni a molti grandi gruppi online che operano nella Penisola sta muovendosi anche la strategia del colosso dell’e-commerce Vente-Privee.
Il marchio fucsia delle vendite di stock di marca ha appena acquistato (per mezzo miliardo) il sito Privalia, spagnolo di nascita e infinitamente più piccolo come giro d’affari (405 milioni di euro nel 2015 contro i 2 miliardi della società fondata da Jacques-Antoine Granjon), ma considerato elemento chiave per la penetrazione nel mercato tricolore delle flash sales (oltre a Spagna, Messico e Brasile) dove opera dal 2009 e si definisce «l’outlet di moda numero uno». In Italia Privalia ha il suo magazzino di stoccaggio, alle porte di Varese; da anni svolge attività di marketing e profilazione dei clienti in loco oltre a garantire servizi ad hoc, come l’abbonamento premium, per accedere alle vendite in prima fila.
Ora l’obiettivo è far operare i due brand in sinergia. Anche per questo è stata chiamata a guidare il cambiamento Valentina Visconti, già country manager di Privalia Italia, da ieri ufficialmente alla guida anche del sito francese nella Penisola «che resterà distinto, come distinto è il marchio», spiega a ItaliaOggi. «I nostri sforzi principali, a parte le sinergie per veicolare i marchi congiuntamente, sono concentrati su progetti per accelerare le consegne», dice. «Idealmente vogliamo arrivare a garantire la domiciliazione degli ordini in una settimana.
Risolta la logistica si risolve il problema maggiore in un paese dalle potenzialità enormi, dove ci sono più smartphone che popolazione».
Via mobile avviene infatti l’80% degli accessi a Vente-Privee, ma alla velocità con cui si visualizza la vendita non corrisponde analoga rapidità nelle consegne: 16 giorni è la media per l’operatore francese. «I passi da compiere sono tanti: uno fra tutti convincere i corrieri in Italia a recapitare la merce nel weekend», sottolinea Visconti. Non solo: «Chi materialmente fa le consegne è poi la persona che può fornire maggiori informazioni sul consumatore: era soddisfatto? Era in casa?».
Al momento non sono previsti investimenti diretti sul modello del mega polo Vente-Privee in Francia, ma sinergie, a partire dalla razionalizzazione dei siti di lavoro, in un’unica sede milanese in zona Tortona dove ha già casa Privalia. «Non siamo Amazon che risponde a un’esigenza di bisogno dei clienti e si dichiara operatore logistico, siamo realtà cui il pubblico accede per togliersi uno sfizio. Operiamo sulla value proposition mirata», aggiunge, «Ma le best practice comuni sono quelle su cui punteremo».
Certo c’è lo scoglio culturale per un paese dove non sono mai decollate, a differenza del Nord Europa, nemmeno le vendite per corrispondenza preludio all’e-commerce. E l’Italia non è la Francia dove i consumatori hanno parlato con i marchi via Minitel per decenni. «Ma c’è un approccio ai marchi costante. Entrambi i nostri siti sono molto centrati sulla moda. Poi ci sono le specializzazioni: lusso e intrattenimento sono chiave per Vente-Privee, mentre design e moda bimbo sono voci cui Privalia presta particolare attenzione. Personalmente online compro il guardaroba dei miei figli e in diversi siti», racconta la country manager.
Restano differenze di stile che forse vedranno nuovi cambiamenti. L’accesso su tutti: Privalia consente di vedere «a cascata» le proposte possibili, mentre Vente-Privee richiede la registrazione obbligatoria.
di Francesca Sottilaro, Italia Oggi