Nei Paesi Bassi si punta al 60% delle transazioni cashless, in Italia non si arriva al 20%. Eppure circolano ormai più di 100 milioni di carte di pagamento, e i pagamenti contactless sono aumentati del 360% nel primo trimestre di quest’anno. Ma l’83% delle transazioni avviene ancora in contanti
“Non riesco a ricordarmi quand’è stata l’ultima volta che abbiamo ricevuto un pagamento in contanti”: una frase che in Italia non si ascolterà ancora per lungo tempo. E che invece dà il titolo a un articolo della Bbc dedicato alla quasi scomparsa del contante nei Paesi Bassi: nel 2015 i pagamenti elettronici hanno superato, sia pure di poco, i pagamenti in contante, che sono scesi al di sotto del 50 per cento. Ma la realtà è che soprattutto nei grandi centri banconote e monete sono quasi fuorilegge: non si può pagare neanche il biglietto del parcheggio, nei supermercati si è condannati a code infinite mentre chi paga con la carta si sbriga in pochi minuti, persino le banche guardano male il contante, e penalizzano i clienti che ne chiedono la custodia.
La maggioranza dei cittadini del Nord Europa ritiene che i pagamenti elettronici siano più sicuri, e anche più igienici. Con l’eccezione della Germania, che su questo versante è molto simile all’Italia: oltre il 75% dei pagamenti sono effettuati in contanti. Da una ricerca della Banca Centrale di qualche anno fa emergeva che la maggior parte dei cittadini tedeschi ritiene che l’uso del contante permetta di esercitare un controllo maggiore sulla spesa.
In Svezia si registrano ormai (dati 2014) 402,2 pagamenti annuali pro capite effettuati con mezzi diversi dal contante, la Gran Bretagna detiene il record del fatturato generato attraverso i portali di e-commerce (107,2 miliardi di euro nel 2013). In Italia i pagamenti con mezzi diversi dal contante sono 79,9 pro capite ogni anno: un numero minore si registra solo per Bulgaria, Grecia e Romania, la media europea è di 202,3 pagamenti annui a persona. In percentuale, viene effettuato in contanti l’83 per cento delle transazioni (dati Bankitalia), rispetto a una media europea di 65 (e a tassi intorno al 49 per cento, come quello dei Paesi Bassi).
Gli ultimi dati dell’Abi parlano di 100 milioni di carte di credito in circolazione. Anche le carte contactless di ultima generazione hanno avuto un’ottima accoglienza: nel primo trimestre di quest’anno i pagamenti effettutati con questa tecnologia sono cresciuti del 360% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e circolano circa 25 milioni di carte abilitate. Anche il mobile banking va benissimo: gli utenti attivi nel 2015 erano già 5,5 milioni, con una crescita del 15% sull’anno precedente.
“Il fatto che nel Paese siano diffuse molte carte di credito, che la tecnologia sia all’avanguardia, che ci sia un numero di Pos più che sufficiente per i pagamenti elettronici, non si traduce automaticamente in una forte riduzione dell’uso del contante”, spiega una fonte bancaria. Eppure negli ultimi anni c’è stata un’accelerazione: tra il 2010 e il 2012 il tasso di crescita del numero di transazioni con strumenti diversi dal contante era del 2,7%, contro una media europea del 4,1%; tra il 2012 e il 2014 il tasso di crescita italiano è stato del 5,6%, stavolta superiore alla media europea del 3,9%. Il 2015 è stato un anno record per i pagamenti elettronici. E inoltre la penultima legge di Stabilità obbligava i commercianti ad accettare pagamenti elettronici anche per piccoli importi. Con quasi 2 milioni di POS e oltre 43.000 ATM che permettono anche il pagamento di bollette di tutti i tipi, oltre che di un gran numero di tributi, e l’effettuazione di una serie di servizi, dal pagamento dei biglietti del teatro alle ricariche telefoniche, l’uso prevalente del contante rimane sempre più una scelta e sempre meno una necessità.
Repubblica