Il gruppo L’Espresso prosegue nel piano di razionalizzazione delle sue pubblicazioni e mette nel mirino, per le prossime settimane, i due quotidiani locali Nuova Sardegna e Alto Adige. In vista della creazione del polo editoriale Repubblica+Stampa, la prima operazione che il gruppo guidato dall’a.d. Monica Mondardini sta portando avanti è quella del giornale con sede a Sassari, poi seguirà quella della testata bolzanina. Come nel caso degli altri due giornali locali il Centro e la Città di Salerno, ceduti per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro (vedere ItaliaOggi dell’8/9/2016), l’obiettivo resta rispettare il tetto normativo del 20% della tiratura complessiva in Italia. Ma nei casi di Nuova Sardegna e Alto Adige la cessione non è l’unica ipotesi allo studio. Anzi, per entrambe le pubblicazioni stanno prendendo corpo altri piani.
In particolare, il giornale sardo è davanti a un bivio: essere venduto oppure vedere la sua testata data in affitto ad altri editori. Per acquistarla è in pole position una cordata d’immobiliaristi sardi con la famiglia Loi come capofila. Quest’ultima gestisce attività nel turismo e in particolare nell’accoglienza con una serie di alberghi che vanno da Orosei a Golfo Aranci, sulla costa orientale dell’isola. Per l’affitto si è mosso invece il duo Roberto Briglia-Gianni Vallardi, manager storici dell’editoria italiana (con un passato da Rcs a Mondadori) e oggi con la loro società Dbinformation, che pubblica magazine specializzati.
Briglia-Vallardi si sono fatti avanti, nel tempo, per acquisire anche altre testate, a partire dal mensile Focus, joint venture paritetica tra la tedesca G+J e Mondadori (il gruppo di Segrate ha finito poi per rilevare il restante 50%). Inizialmente per la Nuova Sardegna non sono mancati ulteriori candidati e infatti aveva manifestato il proprio interesse anche un’altra cordata di imprenditori provenienti da diversi settori, tra cui quello agro-alimentare.
Diverso ancora il caso di Alto Adige che viene formalmente mandato in edicola da Seta spa, editrice controllata al 71% da Finegil editoriale spa (che riunisce tutti i quotidiani locali del gruppo presieduto da Carlo De Benedetti). Sempre secondo gli ultimi dati camerali disponibili, il 16% di Seta è in mano all’Istituto atesino di sviluppo (Isa), holding di partecipazioni che fa capo alla curia locale, mentre l’11% è in portafoglio alla Generalbau dell’imprenditore edile Pietro Tosolini (il restante 2% è suddiviso tra più soci). Per Alto Adige, dunque, oltre alla sempre aperta questione della cessione si profila l’ipotesi che il gruppo L’Espresso passi in minoranza e gli altri soci principali salgano, in modo che le copie del giornale non vengano più conteggiate tra quelle complessive del gruppo di Repubblica e la sua tiratura complessiva si livelli.
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