Dopo anni di declino, torna a vedere rosa l’iconica Barbie di Mattel. Nonostante la casa madre abbia riportato risultati di stagnazione nel secondo trimestre, con vendite nette in calo del 3% e una perdita operativa di 11,7 milioni di dollari (circa 9,9 mln di euro), la bambola bionda è vicina alla svolta.
In totale controtendenza, le vendite di Barbie sono cresciute del 23% a fronte di crolli del 60% di altri giocattoli per bambine.
Tutto merito, secondo il colosso di giocattoli, della campagna di rilancio «You Can Be Anything» basata principalmente su branded content, che ha toccato i tasti giusti e ha riportato la bambola nel cuore di bambine e genitori.
Iniziata nel 2015, la campagna ha puntato sulla figura delle bambine intente a giocare in ruoli da grandi: il veterinario, la guida in un museo, la business woman, un’insegnante all’università. L’episodio, che ha riportato oltre 22 milioni di visualizzazioni e like, culmina con una bambina che nella sua stanza parla a una classe di Barbie ricreata sul tappeto e accompagnata dal messaggio: «Quando giocano a Barbie le bambine possono diventare qualsiasi cosa».
Ne è nata un piattaforma per raccontarsi, una serie di eventi in giro per il mondo e, contemporaneamente, il gruppo ha dato vita a nuovi modelli di bambole: Petite, ovvero di taglia e statura più piccola rispetto allo standard, poi curvy, o tradizionale con le forme della Barbie classica. Anche in questo caso la volontà dell’azienda, che per anni è stata criticata per i modelli inarrivabili e l’incapacità di comunicare con nuove genenerazioni di bambine, è stata quella di celebrare le diversità a partire dalla famiglia e poi trasferite all’interno dei giochi.
Italia Oggi