Maggioni e Campo Dall’Orto convocati il 3 agosto dall’Autorità anticorruzione di Cantone. Faro sui compensi dei consulenti anche sotto i 200 mila euro
Alla fine, a tardissima sera, i compensi megagalattici dei dirigenti Rai sono stati pubblicati. Solo quelli che superano quota 200 mila euro, e quindi non quelli dei collaboratori «equamente divisi tra le firme dei giornaloni», come dicono a Viale Mazzini: ovvero, quegli esperti che come consulenti di lusso accompagnano le riunioni per elaborare le trasmissioni, e dai nomi visibili, ma velocissimamente, roba da campioni del mondo nei cento metri, nei titoli di coda dei programmi.
Il faro sarà puntato anche su coloro che vantano compensi inferiori ai 200 mila euro.
Le polemiche che hanno riguardato l’operazione trasparenza con la lista dei 94 destinatari di iperstipendi sono state al centro anche dell’ultimo cda della Rai, con i consiglieri impegnati a distinguere ruoli e caratteristiche dei dirigenti: dalla lettera «a» di Raffaele Agrusti alla «z» di Marco Zuppi. Proprio per Agrusti, cfo subentrato a Camillo Rossotto (che ha portato in Borsa RaiWay), nel cda si sono levate voci di difesa per il suo emolumento (340 mila euro di trattamento economico lordo): con il consigliere Franco Siddi che ha sottolineato come per il ruolo di capo della finanza non si può fare riferimento a un tetto, altrimenti nessun candidato accetterebbe di avere quel ruolo nella Rai, preferendo altri lidi.
Se sul tema delle assunzioni degli esterni (argomento caro ai parlamentari del Pd Michele Anzaldi e Lorenza Bonaccorsi), il 3 agosto il presidente Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto saranno ascoltati in proposito dall’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, Anzaldi ha chiesto ai vertici Rai di dare immediatamente «il buon esempio», in tema di compensi: il segretario della commissione di vigilanza sulla tv pubblica, vuole da Monica Maggioni e Antonio Campo Dall’Orto l’autoapplicazione di «un tetto. Solo se i vertici fanno questo hanno poi le carte in regola per chiedere agli altri una costosissima rivisitazione contrattuale. L’esempio deve venire dall’alto. Gli attuali vertici dovrebbero fare come Gubitosi e Tarantola, che a suo tempo si dovettero applicare il tetto di 240 mila euro annui e lo fecero senza protestare: se il segnale arriva dal vertice dell’azienda, poi si è in una posizione di forza per affrontare le questioni di squilibrio economico che abbiamo visto in questi giorni». E ancora: «Serve anche trasparenza su altro, il direttore generale ha detto, a proposito dei mega dirigenti con super stipendi ma senza incarico, di aver proceduto a definire 25 posizioni, con esodi più o meno volontari e contrattati. Quanto sono costati questi 25 allontanamenti? Un dirigente a tempo indeterminato che viene mandato via con giusta causa ottiene 20 mensilità, un giornalista da 7 a 13. Che già non è poco. Senza giusta causa, però, si può arrivare anche a 40-50 mensilità. Sono cifre enormi, che sommate potrebbero configurare l’ennesimo schiaffo ai contribuenti. E’ doveroso fare chiarezza e dare subito un segnale di inversione di rotta, allineandosi ai sacrifici che tutto il Paese sta facendo, compresi governo, parlamento e istituzioni».
Per il centrodestra, il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta ha presentato due interrogazioni al presidente della commissione di vigilanza Rai: «Dal piano per la trasparenza resta, a tutt’oggi, esclusa la pubblicazione degli alti emolumenti corrisposti alle cosiddette star televisive», chiedendo quali «misure intendano porre in essere i vertici Rai, al fine di rendere noti ufficialmente i compensi percepiti anche dai collaboratori a qualunque titolo impiegati in Rai, compresi tutti i conduttori, i giornalisti, e le cosiddette star della tv, applicando, così, in maniera integrale i principi di total disclosure affermati dalle numerose disposizioni di legge richiamate in premessa, alle quali la Rai deve sottostare».
Anche la giornata di oggi è destinata a fare rumore, alla Rai. Si parte con il convegno «CambieRai», a Montecitorio, con il sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli, quindi l’audizione dei vertici di Viale Mazzini in commissione di vigilanza, con il presidente Roberto Fico (M5S) pronto a dare battaglia a Maggioni e Campo Dall’Orto. Nel pomeriggio si continuerà, sempre con Fico protagonista, con le proposte del Movimento 5 Stelle sui maxistipendi Rai, con una conferenza stampa al senato nella sala Nassirya. L’incontro sarà anche l’occasione per commentare l’audizione appena conclusa, con il senatore Alberto Airola e le deputate Mirella Liuzzi e Dalila Nesci.
Italia Oggi