Diversi rappresentanti sindacali di Electron Italia s.r.l. sono scesi in piazza per contestare la scelta di Finmeccaninca, ora Leonardo
La manifestazione si è svolta a Roma in tarda mattinata in Piazza Monte Grappa, 4, di fronte al palazzo di vetro di Mauro Moretti, ceo dell’ex Finmeccanica, da pochi mesi ribattezzata Leonardo. A suon di fischi, trombette da stadio e cori di protesta un gruppo sostenuto di scioperanti ha attirato l’attenzione dei piani alti per impedire che la società per la quale lavorano, l’Electron Italia s.r.l., sia venduta ad un solo soggetto esterno perdendo con essa il patrimonio di competenze e know- how nell’ambito della sicurezza. Controllata al 100% da Finmeccanica, specializzata nel settore della sicurezza fisica, da anni si occupa di progettare sistemi integrati per infrastrutture di rilevanza nazionale, quali il G8 dell’Aquila, l’Expò di Milano e lo Stadio Olimpico. Negli ultimi mesi, infatti, è in atto un insistente tentativo di vendita a favore di un’altra società, la Medinok S.p.A. di Volla, in provincia di Napoli, che opera nella locazione operativa ICT e nella ricerca delle soluzioni finanziarie nell’ ambito della tecnologia. Si tratta di una piccola società che non ha i costi necessari per ricoprire e garantire una solidità economica ai dipendenti dell’Electron. I rappresentanti sindacali dell’Electron, appartenenti al circuito Fiom-Cgil, rivendicano innanzitutto una maggiore trasparenza sul motivo che ha spinto Moretti a venderli, piuttosto che inglobarli, considerato il valore strategico del settore nel quale la società opera, come spiega uno di loro, Alessandro Palmieri. Una trattativa che non prevede alcuna garanzia sullo sviluppo come risorse umane, Electron Italia impiega oggi 70 lavoratori, tantomeno su quello delle infrastrutture.