Banco Popolare subisce le conseguenze del flop dell’aumento di capitale della Popolare di Vicenza. Borsa italiana non ha infatti approvato la quotazione in Borsa della Popolare di Vicenza a causa del ridotto flottante, pari a circa l’8% e a fronte di una soglia minima del 25% prevista dal regolamento. Anche Banco Popolare dovra’ presto passare dal mercato per la ricapitalizzazione da un miliardo di euro prevista dal progetto di fusione con Popolare Milano e anche se i vertici si dicono tranquilli per la riuscita delle operazioni tra gli operatori serpeggia il nervosismo. Banco Popolare ha toccato un minimo intraday lunedi’ a 5,67 euro dopo aver terminato venerdi’ scorso a 6,165 euro. I prezzi hanno tentato nelle ultime due settimane il superamento dei minimi di febbraio, a 6,27 euro, supporto violato il 31 marzo e rivisto come resistenza a partire dal 15 aprile. Il mancato superamento dell’ostacolo dopo i ripetuti tentativi ha scoraggiato il mercato che si e’ riportato bruscamente in vista del 50% di ritracciamento del rialzo in atto dai minimi di aprile, supporto a 5,45 circa. La tenuta di questo sostegno lascerebbe aperta la strada ad un tentativo di rimbalzo che oltre 5,825, minimo del 20 aprile, potrebbe tentare nuovamente l’assalto ai 6,30 euro. La rottura decisa anche di quei livelli allontanerebbe i timori di essere in presenza di una nuova fase di debolezza e prospetterebbe invece movimenti verso gli 8 euro. Sotto area 5,45 invece il ritorno sui minimi record di aprile a 4,35 diverrebbe probabile. Difficile fornire obiettivi in caso di superamento di quei livelli per la mancanza di riferimenti storici, tuttavia il test di area 3,50 almeno parrebbe probabile.
La Stampa