Al Torino ormai dal 2011, hospital Ventura è diventato un vero e proprio simbolo del club granata. Eppure il tecnico ne ha vissute molte nella sua carriera, che ripercorre ai microfoni de La Domenica Sportiva: «Ho avuto altre esperienze importanti, gli anni con Cellino a Cagliari che mi han fatto cadere i capelli… e poi ho avuto anche Zamparini. Cairo invece è stata una bella sorpresa. E’ un buon presidente che può diventare ottimo. Ha avuto l’umiltà di mettersi in discussione e di cercare di capire. Quando sono arrivato io avevo trent’anni di calcio alle spalle, recipe lui tre: ha avuto l’intelligenza di provare ad ascoltarmi e ora è diventato un grande presidente di calcio. Uno dei migliori della Serie A senza dubbio».
IL RECORD – Ormai da anni al centro del progetto Torino, Ventura, in occasione della sfida con il Sassuolo toccherà le 194 panchine con i piemontesi, diventando il tecnico più longevo della storia granata: «Sono arrivato al Torino che c’era una grande depressione e la disaffezione del pubblico. In questi quattro anni abbiamo lavorato con un disegno unitario con l’obiettivo di far tornare i tifosi, case facendo tornare quel Torino il Toro vero».
IL CAMPIONATO – Parlando del campionato, Ventura cerca di fare le carte alle grandi: «I numeri dicono che l’Inter sta facendo benissimo. E sta ottenendo tanti punti praticamente senza i goal di Icardi, quindi chissà quando ricomincerà a segnare anche lui… In tempi non sospetti dissi che l’Inter ha la squadra migliore del campionato insieme alla Roma; i risultati li stanno premiando, e credo che possano sfruttare ancora meglio la qualità della loro rosa. La Roma invece non è quella del primo anno di Garcia. Come ho detto, secondo me hanno un organico straordinario, con forse il problema di un centrale difensivo. Attraversano un momento non facile dal punto di vista nervoso. Contro di noi il primo tiro in porta l’ha fatto Pjanic nel goal del vantaggio».
IL DERBY CON LA JUVE – In vista del derby di Coppa Italia, poi, Ventura parla anche del momento magico della Juventus: «Hanno cambiato marcia, a dirlo più che i risultati è la convinzione della squadra. Tutti lottano su ogni pallone. Credo che siano tornati ufficialmente in lotta per lo Scudetto: a facilitarli anche il fatto che, ogni settimana, chi sta sopra lascia sempre per strada qualche punto».
MAXI LOPEZ – Tornando alla partita di sabato contro la Roma, Ventura chiarisce la sua posizione su Maxi Lopez, al quale aveva detto di aspettarlo da 4 mesi: «E’ un ragazzo intelligente e spiritoso. Poi a Torino su una battuta si costruisce un mondo… Lui è arrivato lo scorso gennaio e ha inciso tantissimo, cambiando radicalmente la nostra situazione. Quest’anno si è presentato leggermente in difficoltà dal punto di vista fisico. Sta lavorando per tornare al meglio: noi lo aspettiamo, per qualità abbiamo bisogno di lui. Se deve dimagrire? non voglio dire questo, ma abbiamo una rosa profonda e tutti devono avere le possibilità. Rispettiamo tutti e tutti devono dimostrare rispetto reciproco. Lui non si deve accontentare e deve tornare ad essere il calciatore che era, dopo stagioni di naftalina qui è tornato a fare quello che sa. Ripeto, quella di ieri era solo una battuta, niente di che. Conta che la butti dentro e che lavori per la squadra: sono cose che sa fare bene e noi, società e giocatori tutti, siamo assolutamente fiduciosi. Se siamo attenti all’alimentazione dei giocatori? Certo, ma anche alla mia… Quando vinciamo una partita importante allora mi tolgo qualche voglia…».
RIGORE DUBBIO – Sempre nella partita contro i giallorossi, ha fatto scalpore il rigore concesso ai granata: «Parlare dei rigori dati al Torino credo sia un argomento che non si può toccare visto che siamo in credito… Nell’occasione Manolas tocca il pallone, ma anche Belotti, altrimenti non sarebbe caduto così. Quello che è certo è che il Toro, in una visione d’insieme della partita, non meritava assolutamente di perdere».
VENTURA E LA SQUADRA – «Il calciatore deve avere ben chiaro cosa vuole diventare. I ragazzi più giovani soprattutto, quelli che sognano di arrivare in Nazionale e di realizzarsi in squadre importanti, sono di fronte a un bivio: quello che penso di essere e quello che voglio diventare. Con buona parte degli uomini che ho avuto ce l’abbiamo fatta a farli diventare qualcuno (vedi Bonucci, Ranocchia, Cerci, Immobile), con altri no. Bisogna prenderne atto: forse perchè non ce la facevano, o forse per presunzione».
LA SAMP – Ventura, infine, discute anche del momento della Sampdoria: «Montella ha un suo modo di fare calcio, è entrato in una società abituata a tutt’altro. Se tu credi in un allenatore, non lo giudichi dopo tre partite, ma gli dai modo di lavorare. Credo sia sbagliato giudicare adesso».
(Tuttosport)