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(da Huffington post) L’amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano, non ha per ora intenzione di farsi da parte nonostante lo ‘schiaffo’ del presidente del gruppo di tlc, Giuseppe Recchi, che ha portato in cda un’operazione ‘monstre’ come la conversione delle risparmio – che Telecom cercava di realizzare dai tempi di Colaninno – ad insaputa del capoazienda e raccogliendo il consenso dell’intero consiglio di amministrazione.
La volontà di non mollare di Patuano, che ha votato a favore dell’operazione, traspariva già ieri dalle parole con cui il manager ha raccontato il ‘blitz’ parlando di “finestra imperdibile” per la conversione e voto “unanime” senza “discussioni” in cda. Ma la ‘pace armata’ che sembra essersi instaurata al vertice di Telecom potrebbe precipitare, con tempi e modi al momento non prevedibili.
Lo scollamento tra Patuano da una parte e Recchi dall’altra si era già manifestato sul dossier Metroweb, con l’a.d favorevole a un accordo con la Cdp e il consiglio più rigido sulle condizioni di redditività e governance dell’investimento. Ma al cda non sarebbero piaciuti neppure i 400 milioni di oneri non ricorrenti che hanno pesato sulla semestrale, in gran parte accantonamenti a copertura dei rischi per le cause intentante dagli altri operatori, dopo che il Consiglio di Stato ha confermato la multa da oltre 100 milioni di euro dell’Antitrust per discriminazione dei competitor nell’accesso alla rete. Il 15 dicembre l’assemblea di Telecom si riunirà per deliberare sulla conversione delle risparmio. Offrendo una finestra utile per accelerare il ricambio qualora la tregua non reggesse.
Entro il 16 novembre i soci con più del 2,5% del capitale potranno presentare una richiesta di integrazione dell’ordine del giorno. E gli occhi sono puntati su Vivendi, primo socio di Telecom con il 20% e azionista con cui Recchi ha coltivato un rapporto di reciproca stima. Se la revoca del consiglio appare un’opzione deflagrante per i delicati equilibri di Telecom, alle cui complicate vicende guarda con apprensione anche il governo, i francesi potrebbero però cogliere l’occasione per ampliare il cda in modo da inserire propri rappresentati e far sentire la loro voce.
A maggior ragione ora che sulla scena ha fatto irruzione l’imprenditore Xavier Niel con una partecipazione potenziale del 15% che, rumoreggia qualcuno, potrebbe non essere sgradita né a Patuano né al governo. Intanto sulla conversione delle risparmio, che ha provocato forti oscillazioni in borsa, ha avviato i consueti accertamenti la Consob, che verificherà con gli intermediari chi ha operato sul titolo per accertare se, nelle sedute precedenti all’annuncio, gli scambi sono stati diffusi o se invece ci sono segnali che qualcuno possa aver approfittato di informazioni privilegiate. Vivendi ha fatto sapere ufficialmente di non avere titoli di risparmio, escludendo alla radice la possibilità di abusi per rastrellare direttamente azioni. Non è escluso che i rappresentanti del gruppo transalpino possano essere comunque sentiti dalla Consob in tempi rapidi, come accaduto per Niel, nell’ambito di un monitoraggio sulle vicende Telecom diventato più stringente.