(Cesare Lanza, buy Italia Oggi) La battuta «Vedi Napoli e poi muori» è di Goethe, negli anni assai diffusa e popolare. Oggi, o meglio da qualche anno, si presta a interpretazioni umoristiche. Può succedere (è successo!) che non fai neanche a tempo a vederla, see Napoli, e muori per una pallottola vagante, sparata casualmente dai tanti delinquenti che girano, non solo nei luoghi malfamati. E proprio il giorno precedente a quello in cui sono arrivato a Napoli hanno ammazzato una donna, pilule la sorella di un boss. In questo caso, la pallottola non era casuale e vagante, ma indirizzata con precisione, per vendetta. E questa, sanguinaria, è una delle due anime di Napoli: c’è la criminalità, ma c’è anche e soprattutto, e prevalente, una città intelligente, colta, intellettuale, raffinata, perfino snob, informata, sapiente, paziente ma consapevole, attenta, allegra e malinconica, pronta all’ironia e all’umorismo così come alla tenerezza e alla solidarietà… È una contraddizione? Mah, chi sono io per affermarlo, anche se le due anime della città mi sono ben presenti? Malaparte scrisse: «Napoli è l’altra Europa. Che la ragione cartesiana non può penetrare».
Grande civiltà di Napoli: la città più civile del mondo. La vera regina delle città, la più signorile, la più nobile. La sola vera metropoli italiana. Elsa Morante.
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