(L’Espresso) Abolire il federalismo sui farmaci e la sanità. Controllare a chi vengono prescritte le terapie. Sostenere i generici. Le proposte del direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Luca Pani, per il sistema pubblico
Stando alle obiezioni sollevate dai senatori, l’azienda che ha sviluppato Sovaldi tra il 2009 e il 2011, la Pharmassett, aveva previsto di venderlo negli Usa al prezzo di 36 mila dollari (a fronte degli 84 mila chiesti da Gilead) che sembravano sufficienti a ripagare i 62,4 milioni spesi per scoprirlo. Poi Gilead ha acquisito Pharmassett e il prezzo del farmaco è lievitato.
In una sua nota la nostra Aifa chiede di conoscere «i costi di marketing e pubblicità. E soprattutto i potenziali conflitti d’interessi con le Società Scientifiche che raccomandano il farmaco». Uno studio della Oregon Health and Science University, infatti, ha scoperto che 18 dei 27 membri della commissione che ha redatto le linee guida per l’utilizzo del medicinale – per conto dell’ American Association for the Study of Liver Disease e della Disease Society of America – hanno una relazione finanziaria con Gilead.
Questo è certamente un vulnus. Ma non scalfisce la realtà clinica: il farmaco funziona e i malati lo vogliono. Senza riuscirci. A due mesi dalla registrazione del farmaco è il ministero a lanciare l’allarme: sono solo 30 i pazienti trattati in tutta Italia, e la maggior parte delle regioni non ha individuato i centri dove è possibile farsi curare. Ce n’è abbastanza perché il ministro apra un’indagine e invii i Nas in giro per l’Italia a vedere cosa accade. Poi apre un tavolo permanente con le associazioni dei malati. Un gran lavorio, ma tutti sentiamo un acre odore di fumo. Perché c’è poco da traccheggiare, la verità è che le regioni non ce la fanno: i 500 milioni straordinari previsti per il 2015 dalla legge di stabilità non sono ancora stati erogati, e i governatori dovrebbero anticipare soldi che non hanno.
Ma potrebbero essere costretti a trovarli dai giudici: i malati di Roma, Parma e Milano stanno raccogliendo le adesioni per una class action determinati a chiedere ai Tribunali un provvedimento che obblighi ministero della Salute e Gilead a erogare immediatamente il farmaco.
NON È CHE L’INIZIO
Il terremoto scatenato da Sovaldi, però, è solo la punta dell’iceberg. Perché dietro l’angolo ci sono altri prodotti della stessa classe che promettono miracoli.