Juventus: fatturato in crescita a 300 mln, “ma i grandi d’Europa sono troppo lontani”
24 Ottobre 2014
Il presidente del club bianconero riconosce che il fatturato è cresciuto a 300 milioni ma “i principali competitor, Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester United, Barcellona, ci hanno distanziato nettamente, segno evidente di un limite strutturale che affligge il nostro calcio”. L’ultimo decennio ha segnato il declino del calcio italiano. A prenderne amaramente atto è il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che, nel suo discorso introduttivo all’assemblea degli azionisti in corso a Torino per l’approvazione del bilancio chiuso al 30 giugno, ha dichiarato: “Basta guardare senza partigianeria la situazione del calcio italiano per riconoscere il progressivo declino. La nostra crescita è legata esclusivamente all’evoluzione del mercato televisivo. Venti anni fa Inghilterra, Spagna e Germania guardavano all’Italia come a un esempio: oggi ci hanno sopravanzato in qualsiasi parametro”. E ancora, ha aggiunto il rampollo di casa Agnelli, la famiglia che custodisce la quota di controllo del club bianconero: “Dieci anni fa dalla gestione ‘match day’ la serie A generava gli stessi ricavi della Bundesliga, poco meno di quelli della Liga e circa un terzo della Premier League. Eravamo già allora una tartaruga, ma oggi siamo un gambero”. Insomma, sono lontani i tempi in cui si diceva che in Italia si gioca il calcio più bello del mondo. Non stupisce perciò, come ha osservato ancora il presidente della Juve e come è peraltro è evidente dall’esito delle grandi competizioni europee, che Inghilterra, Spagna e Germania “ci abbiano sopravanzato in qualsiasi parametro di riferimento: livello di ricavi, sostenibilità del business, risultati sportivi, valori assoluti e relativi di riempimento degli stadi e ranking Uefa”. Mentre noi, ha aggiunto Agnelli, “oggi fatichiamo a difendere la quarta posizione dal Portogallo”. E ancora: “Negli ultimi dieci anni il calcio italiano è scomparso dagli schermi televisivi dei maggiori mercati occidentali e non ha saputo conquistarne di nuovi”. Una situazione di generale difficoltà che ovviamente si riflette anche sull’andamento dei singoli club. Basti pensare alla stessa Juventus, che ha dominato gli ultimi campionati in Italia ma in Europa fa fatica a farsi valere. “Per la prima volta nella nostra storia – ha spiegato Agnelli – il fatturato della società bianconera ha superato i 300 milioni di euro, un dato che riconferma la Juventus nelle prime dieci società calcistiche del mondo, ma i nostri principali competitor, Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester United, Barcellona, ci hanno distanziato nettamente. Nessuna società italiana è stata in grado di crescere al loro ritmo, segno evidente del limite strutturale che affligge il nostro calcio”. In questo contesto, a detta di Agnelli, le recenti elezioni della Figc, che hanno visto salire al potere Carlo Tavecchio a scapito di Demetrio Albertini (che era invece sostenuto dalla Juve), “sono state una sconfitta per pallone italiano”, che nell’estate appena trascorsa “ha dimostrato tutti i suoi limiti”. Insomma, secondo Agnelli, “il calcio italiano sarà presto moribondo se non saprà cogliere una doppia sfida: sul fronte interno, gli appassionati devono tornare a popolare gli stadi. E poi l’estero: la sfida di un mercato davvero globale”. E in un quadro simile, “la Juve potrà crescere solo frazionalmente se il prodotto serie A non farà altrettanto. Le forze conservatrici, che al momento paiono prevalere, non riusciranno a soffocare il cambiamento”. E proprio nell’ottica di crescere, magari anche sul campo europeo, la Vecchia signora ha appena rinnovato il contratto del centrocampista francese Paul Pogba. “Abbiamo sottoscritto il rinnovo del contratto con Pogba, che sarà legato a noi fino al 2019”, ha annunciato l’amministratore delegato della Juventus Giuseppe Marotta, intervenendo all’assemblea degli azionisti. Quanto ai numeri finanziari, il direttore finanziario Aldo Mazzia ha spiegato: “Ilrisultato dell’esercizio 2014-2015, a oggi previsto ancora in perdita, sarà influenzato da incrementi dei costi relativi alla gestione sportiva e dalle variazioni, anche rispetto ai ricavi attesi, che deriveranno dai risultati sportivi effettivamente conseguiti in Italia e in Europa”.