Fca ha un target a livello di margine operativo del 6,6-7,4% dal 2018 (4,1% nell’esercizio 2013) con un picco degli investimenti (capex) nel 2015 al 9,3-10,2% dei ricavi. Invece Peugeot ha un target di margine operativo del 2% entro il 2018 (-3% nel 2013), mettendo una forte enfasi sulla riduzione del numero di modelli (-42% entro il 2022).
Gli analisti di Barclays credono che questo si tradurrà in perdite di quote di mercato per la società francese, soprattutto considerando che i concorrenti stanno aumentando gli investimenti e la diversificazione del prodotto. Al contrario, gli esperti pensano che ora Fiat debba essere vista come un produttore automobilistico globale e diversificato con eccesso di liquidità e piani per investire e generare crescita.
Gli esperti di Barclays parlano comunque di due “ambiziosi” piani quinquennali. Sia Fiat sia Peugeot hanno svelato i nuovi piani quest’anno e gli esperti sottolineano i benefici della fusione tra Fiat e Chrysler, in contrasto alla joint venture estesa di Peugeot con Dongfeng, e i loro diversi approcci a livello di espansione geografica, in particolare in Cina, e ciò che questo potrebbe significare per le passività di entrambe le società e la gestione del capitale.
“La strategia di Fiat è concentrata sulla crescita”, prosegue l’analisi degli esperti. “Vediamo un maggior potenziale di rialzo per Fiat in quanto crediamo che la società possa far leva su una dimensione globale, sulla forza del marchio Jeep nel segmento dei suv e sulla sua diversificazione fuori dal mercato di massa europeo. Riteniamo inoltre che Jeep sia un buon modo per il gruppo di espandersi in Cina, data la preferenza dei consumatori locali per i suv”. Infine, la società vanta 9 miliardi di euro di liquidità in eccesso quest’anno e l’analista di Barclays sul credito, Christophe Boulanger, ha stimato che Fiat possa generare complessivamente nel periodo 2014-2018 1,4 miliardi di euro di risparmi sugli interessi.
Nel caso, invece, di un investimento in Peugeot gli analisti di Barclays, pur ritenendo necessario l’approccio del nuovo ceo sulla riduzione dei costi e sulla crescita della redditività, temono che gli investitori patiranno nel breve termine dal momento che i margini e la generazione di cassa potrebbero deludere. “Pensiamo che i frutti più a portata di mano siano stati raccolti nel primo semestre e, anche se c’è il potenziale per 700 milioni di euro di risparmi sugli interessi aggregati, riteniamo che le aspettative del consenso su Peugeot siano troppo alte”, spiegano ancora gli esperti.
Entrambi sono titoli a elevato beta. Sia Peugeot sia Fca offrono quindi elevati rendimenti per gli investitori. Tuttavia nel caso della società francese, anche se la valutazione può apparire interessante, gli analisti invitano gli investitori a concentrarsi sulle stime del consenso, per loro del 45% troppo alte. Viceversa, la valutazione di Fiat può apparire cara nel breve termine, ma con la crescita di lungo termine e con l’appeal della liquidità, oltre ai catalizzatori per sbloccare il valore dei singoli marchi del gruppo, gli analisti si attendono un rialzo delle stime del consenso per il prossimo anno addirittura del 54%.
Milano Finanza